Venerdì 26 Giugno 2015 - 21.30
Per un po' di zucchero * La verità non sembra mai vera
spettacolo della compagnia teatrale Gli Alisei
Monologhi liberamente tratti da "Ferite a morte" di Serena Dandini
Il gruppo teatrale “Gli Alisei” nasce ad Orio Canavese nel 2010 come gruppo spontaneo, senza scopo di lucro, accomunato dalla passione per il teatro. Durante questi anni ha portato in scena spettacoli sacri, temi sociali e non ultimo il genere fiabesco, che prende vita soprattutto per sostenere progetti a sostegno dell'infanzia. Il gruppo è orientato verso un lavoro di ricerca sulle tecniche espressive e ogni partecipante si rapporta con il mondo del teatro puntando sull'individuazione e lo sviluppo delle proprie capacità creative.
“Per un po' di zucchero” “ La verita’ non sembra mai vera “
Lo sappiamo, Femminicidio è una parola che non piace, molti storcono il naso davanti a questo termine, chiamiamolo pure come ci pare, ma almeno affrontiamo il dramma senza far finta che non esista. “Dai muoiono tutti, uomini e donne, dov'è la differenza?” Purtroppo è nei numeri e nella tipologia dei delitti che parlano chiaro e azzerano ogni polemica. Il femminicidio in Italia è solo la punta di un iceberg che nasconde una montagna di soprusi e dolore che si chiama violenza domestica. Mentre questo spettacolo prendeva forma, il nostro desiderio era di dare la possibilità a queste donne, almeno da morte, di raccontare la loro versione dei fatti, farle rinascere con la libertà della scrittura e la follia del teatro; di valido aiuto è stato il libro di Serena Dandini – Ferite a morte – da cui abbiamo preso spunto per i monologhi femminili. Abbiamo così portato in scena l'idea della scrittrice di far parlare queste donne da un Paradiso popolato dalla loro energia vitale, sono racconti di delitti passionali, sono morti annunciate, sono casi giudiziari conseguenza di un “improvviso raptus di follia”, sono donne lapidate senza pietà. Ma se le donne sono vittime predestinate, gli uomini non vanno abbandonati a una cultura che li vuole dominatori e ossessionati dal possesso, andrebbero invece aiutati a trovare altre strade per gestire la loro rabbia e il loro dolore. Sempre più spesso i delitti avvengono per l'incapacità di elaborare una separazione, di trasformare in dialogo la frustrazione di un fallimento. Per questo abbiamo ritenuto doveroso dare voce anche a loro, perchè siamo tutti figli di un analfabetismo sentimentale e solo se saremo uniti riusciremo a vincere.
Teatralmente la donna interpreta le parole, sono parole che danzano nella mente degli spettatori creando con la musica e le canzoni una sensazione di lievità e soprattutto riportano il pensiero all'eterno conflitto tra bene e male.
Teatro, danza, musica, sono arti che in questo spettacolo si fondono e concludono in un forte messaggio di speranza.